UNIversità UNIte contro l’HIV: con la TESTA e con il CUORE

postato in: Senza categoria | 0

con la testa e con il cuore

 

SAFE SEX, HIV, CONDOM, PREVENZIONE, TEST, MTS, SESSUALITA’… e molto altro ancora… STAY TUNED!

 

 Il Centro di Riferimento HIV di ASL Milano, insieme a LILA Milano ONLUS, promuove un intervento preventivo sui rischi delle Malattie a Trasmissione Sessuale (MTS) da sviluppare nel mondo universitario. Il progetto intende formare studenti universitari sensibili alle tematiche riguardanti le MTS e il virus HIV alla conduzione di tavoli informativi e alla gestione di spazi di peer information rivolti alla popolazione studentesca universitaria.

Il progetto si svilupperà all’interno dell’Università degli Studi di Milano, dell’Università Bicocca, dell’Università Bocconi e dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
Gli studenti del 2° e 3° anno (a.a. 2014-2015) del Corso di Laurea in Assistenza Sanitaria, Università degli Studi di Milano, Facoltà di Medicina e Chirurgia, hanno partecipato a un percorso di formazione sui temi specifici HIV/MTS e counselling organizzato da LILA Milano ONLUS.
Con la collaborazione di alcuni docenti del Corso di Laurea gli studenti hanno realizzato questo video promozionale:

Video MTS Youtube

 

ed è in fase di ultimazione un Multi-Touch Book che sarà scaricabile gratuitamente da iBook Store.
Presso i tavoli informativi gli studenti, utilizzando il multitouch book, forniranno informazioni e promuoveranno l’attivazione e l’esistenza degli spazi di ascolto.

Vienici a trovare: dal 5 maggio saremo presenti presso le Università!

Progetto Peer Support EpC

rdd-itarddIn allegato trovate programmi e moduli di iscrizione relativi al terzo modulo formativo del percorso Progetto Peer Support EpC – “Emergenza EpatiteC. Costruire l’alleanza tra saperi dell’esperienza e saperi professionali”, organizzato nell’ambito del progetto di Correlation EpC and drug use Initiative da COBS e Isola di Aran a Torino, il 15 e 16 febbraio 2015 all’Oasi di Cavoretto, Strada Santa Lucia 89/97 Cavoretto, Torino
Il modulo per i peer comprende le due giornate ed è residenziale, il modulo per i professionali la giornata del 16 febbraio. la giornata è accreditata ecm.
la partecipazione è gratuita ma è necessario iscriversi utilizzando le schede allegate entro il 6 febbraio (oltre che attraverso il sito ecm per chi ne fa richiesta)

Prof EpC formazione

Peer EpC formazione

Per scaricare i documenti per l’iscrizione cliccare qui

Fonte: Network italiano sulla Riduzione del Danno

L’articolo Progetto Peer Support EpC  su Poloinformativo HIV AIDS.

Primo Piano – La sifilide acceleratore epidemico dell’infezione da Hiv. I risultati di uno studio ISS-IRCCS San Gallicano durato 25 anni

ISS 23 Dicembre 2014

L’infezione da HIV-1 si diffonde a Roma tra gli uomini che fano sesso con altri uomini a causa della sifilide. È questo il dato più importante emerso dallo studio longitudinale durato 25 anni condotto dal Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate dell’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l’Istituto Dermovenereologico S. Gallicano di Roma e i cui risultati sono stati appena pubblicati sulla rivista Eurosurveillance in occasione del 1° Dicembre, Giornata Mondiale dell’AIDS.

Lo studio ha valutato il rischio di acquisire l’infezione da HIV lungo un periodo di 25 anni in una popolazione di 1.862 maschi che fanno sesso con maschi (MSM), dimostrando come tra il 2001 e il 2009 si sia verificato il maggior incremento dal 1985dell’incidenza dell’infezione.
Il picco si è registrato soprattutto tra i più giovani e tra coloro che nel periodo del follow-up avevano contratto la sifilide, che si è dimostrata capace di aumentare il rischio di sieroconvertire per HIV di oltre sette volte.

Il dato pone l’attenzione sulle infezioni sessualmente trasmissibili quali acceleratori epidemici dell’infezione da HIV e su quanto la loro prevenzione possa limitare la circolazione di HIV-1 soprattutto nelle popolazioni a più elevato rischio. Il fatto che la sifilide potesse giocare un ruolo importante nella diffusione dell’infezione era in parte noto, ma lo studio ISS-S.Gallicano ha portato a misurare con precisione l’entità di tale rischio aggiuntivo. Lo studio, che aveva già portato qualche anno fa a dei risultati preliminari interessanti, ha permesso di raccogliere dati significativi e sul lungo periodo su un fenomeno epidemiologico rilevante come l’infezione da HIV tra gli MSM, dati che integrano utilmente quelli già raccolti dalle attività di sorveglianza nazionale.

Primo Piano – HIV, un’indagine europea online per aiutare gli immigrati ad accedere ai servizi di prevenzione

ISS 18 dicembre 2014

Un’indagine online (in corso) contribuirà a capire quali e quante difficoltà, in Europa, sbarrano l’accesso delle persone migranti ai servizi socio-sanitari di prevenzione dell’HIV. Uno studio di comunità, svolto nell’ambito del Progetto aMASE: advancing Migrant Access to Health Services in Europe, con la collaborazione dallo scorso giugno dell’Istituto Superiore di Sanità, in particolare, dell’Unità Operativa Ricerca psico-socio-comportamentale, Comunicazione, Formazione (UO RCF) del Dipartimento di Malattie infettive, Parassitarie ed Immunomediate, intende rilevare i fattori che impediscono ai migranti di accedere a diagnosi precoci e a cure tempestive.

Il Progetto aMASE è uno studio finanziato dalla Commissione Europea che si sviluppa all’interno di una Rete di eccellenza denominata Eurocoord, comprendente una sezione specifica focalizzata sulla salute dei migranti. aMASE è parte di questo lavoro e si compone di uno studio clinico e di uno studio di comunità.

Il coinvolgimento nello studio di comunità dell’UO RCF è motivato dal know how acquisito nell’ambito del coordinamento delle attività condotte dall’Italian National Focal Point Infectious Diseases and Migrant. Network di oltre 70 esperti appartenenti a Strutture pubbliche e a Organizzazioni non Governative, presenti in diverse regioni italiane, i quali, dal 1997, si occupano della salute delle persone migranti con specifica attenzione alle malattie infettive.

L’indagine è aperta a tutti i migranti, siano essi HIV+ o no, di età superiore a 18 anni, che vivono lontano dal loro paese. Le persone interessate a prendere parte allo studio possono accedere alla rilevazione in 14 lingue su amase

In Italia, per una maggiore disseminazione del questionario online, l’UO RCF ha coinvolto alcune Associazioni di volontariato: ARCHE’, ANLAIDS Lazio, ANLAIDS Nazionale, Opera San Francesco, Associazione Minga Africa Associazione AINA onlus bambini sieropositivi in Kenia, nonché alcune Associazioni di comunità di migranti: Med.eA (Mediare e Attivarsi) e Donne a Colori.
Il questionario è, inoltre, presente anche sul Sito uniticontrolaids.

A cosa serve

Le informazioni raccolte attraverso questo studio saranno utilizzate per aiutare i servizi dei singoli Paesi europei a pianificare e garantire che interventi di prevenzione, diagnosi e cura efficaci siano disponibili per tutte le persone presenti in Europa, indipendentemente dalla loro provenienza.
“Molte persone che vivono lontano dal loro Paese di origine sono a più alto rischio di presentare problemi di salute e sono spesso più riluttanti ad andare dal medico”, spiega Fiona Burns dell’University College di Londra, che è co-leader dello Studio a fianco della dottoressa Julia del Amo dell’Instituto de Salud Carlos III di Madrid, che coordinano ricercatori provenienti da Belgio, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Svizzera.

I risultati dell’indagine, inoltre, potranno fornire un contributo per identificare e comprendere le reali proporzioni di alcuni problemi di salute che quotidianamente vengono affrontati dalle persone immigrate, in modo da sviluppare strategie efficaci per affrontare queste situazioni.
La ricerca sarà, infine, utilizzata per identificare le aree di rischio e le barriere che impediscono alle persone straniere di accedere ai servizi di assistenza sanitaria in tempo utile per avere in tempo utile un’adeguata, reale risposta ai loro bisogni di salute.

A proposito di EuroCoord

EuroCoord è una rete di eccellenza che include alcune delle più grandi coorti HIV e collabora in Europa con CASCADE, COHERE, EuroSIDA e PENTA. Questo grande network integrato utilizza i punti di forza scientifici di ogni collaborazione per garantire che venga eseguita la migliore ricerca possibile sull’HIV. Il vantaggio principale di questa collaborazione integrata è la costituzione di una banca dati virtuale condivisa, che attualmente consente la raccolta di dati relativi ad oltre 270.000 persone HIV positive provenienti da molti contesti differenti europei e non. EuroCoord si compone di 24 partecipanti selezionati da 16 paesi per garantire la rappresentatività europea. I compiti di EuroCoord sono distinti in 15 differenti workpackages che sono tutti interconnessi tra loro e supervisionati da una workpackage scientifica. La rete è finanziata a partire dal 2011 per un periodo di 5 anni nell’ambito del 7° Programma Quadro della Commissione europea eurocoord

Primo Piano – “Sono giovane l’AIDS non mi riguarda – Se conosco… sono più libero…”

ISS 12/01/2015

Mercoledì 14 gennaio alle ore 10.30 si terrà nell’aula Pocchiari dell’Istituto Superiore di Sanità il Meeting Sono giovane l’AIDS non mi riguarda – Se conosco….sono più libero…. L’iniziativa, promossa dall’Unità Operativa Ricerca psico-socio-comportamentale, Comunicazione, Formazione (Dipartimento Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate – Istituto Superiore di Sanità) e dall’Unità Operativa per l’HIV e l’AIDS della ASL Rm C Distretto11, ha l’obiettivo di condividere con i partecipanti possibili nuovi approcci per la prevenzione dell’infezione da HIV nei giovani, attraverso linguaggi, canali e strumenti propri delle nuove generazioni.

L’evento, che trae stimolo dal convegno realizzato dall’UO della ASL Rm C presso il Municipio VIII di Roma il 3 dicembre scorso, nel contesto della manifestazione per la Giornata Mondiale di Lotta all’AIDS 2014, offrirà la possibilità di riflettere sui risultati raggiunti dagli Operatori Sanitari della ASL Rm C nella realizzazione del Progetto Prevenzione AIDS nelle scuole – Problematiche adolescenziali. Il meeting nell’intenzione dei curatori vuole, inoltre, essere l’occasione e lo spazio in cui gli adolescenti coinvolti possano sentirsi autori principali e soggetti attivi dell’azione preventiva.

I protagonisti principali saranno pertanto studenti e docenti di diverse scuole secondarie di Roma, nello specifico verranno proiettati i video realizzati autonomamente da alcuni giovani nell’ambito del Progetto e particolarmente apprezzati dai loro coetanei.

Tali video sono disponibili online sul canale YouTube uniticontrolaids nella playlist Sono giovane, l’AIDS non mi riguarda. Se conosco sono più libero .

HIV ‘cancellato’ dalle cellule infette in laboratorio

ricerca di laboratorio

La ricerca di una cura per l’eradicazione del virus HIV continua.
Come ha detto il dottor Khalili si tratta di passo importante , ma non ancora a livello clinico. Una prova di concetto che mostra che la direzione presa è quella giusta.

 

16 gennaio 2015
Aids, virus HIV “rimosso” per la prima volta da cellule infette grazie a un enzima
Un’equipe della Temple University, negli Usa, ha impedito la replicazione del ceppo HIV-1 a livello genetico grazie all’azione di “taglio” di una molecola proteica.
13:57 – La lotta all’Aids registra una conquista importante. Un team di ricercatori della Temple University, negli Stati Uniti, è riuscito a “rimuovere” completamente il virus HIV da un gruppo di cellule in laboratorio. E’ la prima volta che una simile operazione viene realizzata a livello genetico, grazie a uno speciale enzima capace di “scovare” e “ritagliare” le sequenze di Dna destinate alla replicazione del virus.

Una scoperta storica – Negli ultimi cinque anni si sono registrati molti progressi nell’ambito della controllo e della cura dell’Aids. Nessuno, però, era mai riuscito a intervenire sul meccanismo di replicazione del virus a livello genetico. In particolare i ricercatori della Temple University sono riusciti a “cancellare” in laboratorio il ceppo HIV-1, la forma più facilmente trasmissibile dell’agente patogeno prevalentemente localizzata in Europa, America e Africa centrale. Il controllo e l’eliminazione di questo virus sono essenziali anche nei casi di “bassa” replicazione nel Dna, perché potrebbe provocare indebolimento del muscolo cardiaco, malattie delle ossa e renali e disturbi neuro-cognitivi.

L’enzima “cacciatore” – Per individuare ed eliminare il virus, il team coordinato dal professore Kamel Khalili ha utilizzato uno speciale enzima capace di “scovare” le parti del Dna “infettate” dell’HIV-1. Operando un “taglio” all’inizio e alla fine di queste sequenze genetiche, la molecola “cacciatrice” impedisce la replicazione del virus e “salda” le due estremità della stringa di Dna orfane del pezzo mancante. Il risultato è l’isolamento di una sequenza genetica dell’HIV-1.

Verso una cura definitiva – In futuro le implicazioni di questa ricerca potrebbero rivelarsi determinanti per la cura definitiva dell’Aids. “E’ la prova che ci stiamo muovendo nella direzione giusta – ha dichiarato Khalili – e presto vorremmo riuscire a rimuovere ogni singola ripetizione genetica del virus dai pazienti”. Al momento il metodo dell’enzima “editor” si è rivelato efficace su tre tipologie di cellule fra i principali “bersagli” del virus HIV-1.
Fonte italiana:tgcom


 

Researchers ‘delete’ HIV code from infected cells for first time
Health by Hope Gillette – Jan 15, 2015
Many advancements and discoveries have been made in the last five years regarding HIV, the virus that causes AIDS. A good number of those discoveries involve eliminating the virus from a patient or reducing the viral load to undetectable levels, but few have actually found a way to eliminate the virus at the genetic level.

Now, however, researchers can say for the first time they have been able to achieve such a feat. Through a complex process of genetic design and construction, a team from Temple University has successfully deleted HIV-1 from laboratory cells’ DNA. HIV-1 is the most easily transmitted form of the virus, and is the one targeted by modern antiretroviral treatments. Control and elimination of HIV-1 is essential for a patient because even at low levels the virus contributes to weakening of the heart muscle, bone disease, kidney disease and neurocognitive disorders.

“The low-level replication of HIV-1 makes patients more likely to suffer from diseases usually associated with aging,” Kamel Khalili, PhD, professor and chair of the Department of Neuroscience at Temple, told MNT. “These problems are often exacerbated by the toxic drugs that must be taken to control the virus.”

To find a way to completely eliminate HIV-1, Khalili and his team combined “a DNA-snipping enzyme” with a a strand of gRNA used to “hunt down” the HIV-1 virus genome. The newly-created molecular tool, dubbed an “HIV editor,” was designed to enter the cell and look for “long terminal repeats” (LTRs) of the HIV-1 genome. These repeating sequences are indicative of the start and end of the HIV-1 virus’s DNA, and once found, they signified two points on the DNA strand for Khalili’s molecular tool to start modification.
Genetics is complex, but the battle against HIV is looking promising.

What happens is akin to cutting out a section of a string and then connecting the loose ends back together without the missing piece. The HIV editor makes an incision in a cell’s DNA at the start and finish of the HIV-1 virus’s genome. That virus section is removed, and the HIV editor then “solders” the healthy DNA ends back together. The result is a virus-free cell.

During the research, the HIV editor was proven effective for three of the main body cells known to harbor the HIV-1 virus.

This is one important step on the path toward a permanent cure for AIDS,” Dr. Khalili said. “It’s an exciting discovery, but it’s not yet ready to go into the clinic. It’s a proof of concept that we’re moving in the right direction. We are working on a number of strategies so we can take the construct into preclinical studies. We want to eradicate every single copy of HIV-1 from the patient. That will cure AIDS. I think this technology is the way we can do it.”

According to AVERT, 1.3 million people in the United States are living with HIV, and more than a fifth don’t know they have the virus. Men having sex with men are the most at-risk for contraction of HIV, and non-Hispanic blacks and Hispanics have the highest diagnosis rates in the country. There is currently no cure for HIV or AIDS, but modern antiretroviral medications have made it possible for patients with the virus to live a normal life span.
Fonte: voxxi.com

Poloinformativo HIV AIDS.

Successful peer-recruited project shows it is possible to do prevention work with gay men in hostile environments

postato in: Senza categoria | 0

A community education and HIV prevention project that took place among 626
gay  men and other men who have sex with
men (MSM) in St Petersburg in Russia and Budapest in Hungary produced
significant falls in the proportion of men having unprotected sex, especially
with casual or multiple partners. The incidence of HIV and sexually

Il nuovo vaccino è in una pillola

postato in: Senza categoria | 0

I ricercatori dell’University of Rochester Medical Center (New York) hanno messo a punto un vaccino contro l’Aids.

La Nbc racconta che il farmaco sperimentale – finanziato dalla Bill & Melinda Gates Foundation – deve ora essere testato nella sua sicurezza: il pool di studiosi è alla ricerca di cavie disposte a rimanere a letto, sotto stretta osservazione, per dodici giorni.

L’antidoto, tutto in una pillola, è stato creato usando un particolare agente patogeno, l’adenovirus 26. Ora, dunque, la prova del nove per un farmaco che potrebbe essere utilizzato anche per diverse infezioni, oltre all’immunodeficienza. Il dottor John Treanor, esperto di vaccini, è fiducioso, alla pari del collega Dan Barouch (Harvard Medical School e Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston), che ha contribuito al lavoro in laboratorio. Ma la fase di sperimentazione sull’uomo sarà decisiva: “I precedenti test sulle scimmie dimostrano la sua efficacia e sicurezza, ma la verifica supplementare è imprescindibile dal momento che l’adenovirus 26 si sviluppa al meglio solo negli esseri umaniâ€.

La somministrazione per via orale, nell’intenzione degli scienziati, dovrebbe attivare il sistema immunitario attraverso il tratto digestivo; un qualcosa che ha già funzionato in passato contro il virus della poliomelite. La speranza è che il sistema immunitario impari a riconoscere e a rispondere a una serie di proteine virali dell’Hiv. Sarà questa la controffensiva alla decennale piaga dell’Aids? Andando a prendere i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità le persone contagiate sono circa 78 milioni, mentre quelle morte oltre 39 milioni. Nei soli Stati Uniti i portatori di Hiv sono 1.2 milioni e ogni anno si registrano all’incirca 50mila nuovi contagi.

 

FONTE: ilgiornale.it

L’articolo Il nuovo vaccino è in una pillola sembra essere il primo su Poloinformativo HIV AIDS.

Un gioco per fare il test HIV

postato in: Senza categoria | 0

 

I’m positive è un gioco interattivo educativo dove, tramite il protagonista, i giocatori acquisiscono informazioni, sul virus, sul test HIV,  sui trattamenti esistenti ma anche sui preconcetti e sulle conseguenze dell’ignorare il proprio stato.
Il videogame educativo americano è ¨ nato per sensibilizzare i giovani statunitensi all’ importanza del test HIV. Saranno presto disponibili anche le app per smartphone, il gioco ha vinto il CDC&HHS Games for Health Gam Jam 2014.
Il Centro americano per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) e quest’anno condurrà  uno studio sulla sua efficacia.

 

1 4 5 6 7 8 9 10 15