Notizia da Poloinformativo HIV AIDS
Un regime antiretrovirale combinato contenente l’inibitore dell’integrasi raltegravir (Isentress) si è mostrato sicuro ed efficace, e può rappresentare una valida opzione terapeutica per le donne HIV-positive in stato di gravidanza – e potenzialmente anche per i nascituri – per impedire la prevenzione della trasmissione perinatale del virus: sono i risultati di uno studio presentato la scorsa settimana a IAS 2015.
Le attuali linee guida europee e statunitensi raccomandano in linea generale che le donne in gravidanza assumano la stessa terapia antiretrovirale combinata (ART) somministrata agli altri adulti HIV-positivi. Le linee guida degli Stati Uniti, tuttavia, considerano il raltegravir un’opzione ‘alternativa’ perché non ci sono ancora dati sufficienti circa la sua assunzione durante la gravidanza. Però è un farmaco estremamente rapido nell’abbattimento della carica virale, e per questo può essere particolarmente utile impiegarlo quando per esempio una donna si presenta alle cure in gravidanza già avanzata, senza aver ricevuto cure prenatali, e ha urgente bisogno di abbassare rapidamente la carica virale prima del parto; oppure anche per donne che subiscono un fallimento terapeutico durante la gravidanza o che hanno un virus farmacoresistente.
Uno studio condotto in Thailandia, anch’esso presentato a IAS 2015, ha mostrato che un’intensificazione della terapia antiretrovirale – con una profilassi a base nevirapina oltre alla triplice terapia standard per la madre, e ulteriori quattro settimane di profilassi antiretrovirale anziché una per il bambino – era utile nella prevenzione della trasmissione del virus in caso la madre si fosse presentata tardivamente alle cure o avesse assunto la ART per meno di otto settimane prima del parto.
L’articolo Prevenzione della trasmissione materno-fetale è uno degli articoli di Poloinformativo HIV AIDS.
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