Oltre a essere ricordata come la Conferenza del ‘90-90-90’, IAS 2015 resterà nella memoria anche come la Conferenza dove la profilassi pre-esposizione (PrEP) è passata dalla sperimentazione puramente clinica all’impiego nel mondo reale.
Dopo che sono stati presentati gli studi sui regimi programmaticamente intermittenti (come riferito la settimana scorsa), a IAS 2015 è stato anche dedicato spazio ai risultati di studi dimostrativi (demonstration studies) disegnati per valutare l’efficacia della PrEP nel ‘mondo reale’, al di fuori delle sperimentazioni cliniche.
Oggetto di questi studi è stato l’impiego della PrEP in regimi a base di tenofovir e emtricitabina ad assunzione giornaliera, in svariati contesti degli Stati Uniti. Dai risultati è emerso che chi assume la PrEP con maggiore regolarità sono proprio coloro maggiormente esposti al rischio di trasmissione.
L’US Demo project, un progetto dimostrativo statunitense, ha indagato l’assunzione della PrEP in uomini gay e bisessuali e donne transgender nelle città di San Francisco, Miami e Washington, riscontrando nel corso di un anno di follow-up un’aderenza dell’85%. I livelli di aderenza più elevati si sono registrati tra quei partecipanti che dichiaravano di aver avuto rapporti non protetti con due o più partner nei tre mesi precedenti. L’aderenza è risultata notevolmente inferiore tra i partecipanti di Miami: se a San Francisco è arrivata al 90% e a Washington all’88%, a Miami si è fermata al 65%. Il gruppo di Miami era composto da partecipanti generalmente più giovani, spesso di colore e con livelli leggermente meno elevati di comportamenti a rischio HIV. È stata inoltre rilevata una forte associazione tra aderenza e appartenenza etnica: ben il 97% dei partecipanti bianchi presentavano livelli ematici di tenofovir che dimostravano l’assunzione di quattro o più dosi la settimana, contro il 77% dei partecipanti ispanici e solo il 57% di quelli di etnia nera.
Lo studio ATN 110 dell’Adolescent Trials Network ha invece arruolato 200 giovani maschi gay e bisessuali in 12 città statunitensi. Anche in questo caso sono state rilevate oscillazioni nell’aderenza alla PrEP in base all’appartenenza etnica, con livelli più bassi riscontrati nei partecipanti di etnia nera. Quattro persone hanno contratto l’HIV nel corso dello studio, all’8°, 32°, 40° e 48° settimana – il che equivale a un tasso di incidenza annuale del 3,29% all’anno tra i partecipanti. Tutti e quattro avevano assunto la PrEP in qualche momento dello studio, ma nessuno presentava livelli rilevabili di tenofovir nel sangue durante la visita in cui è stata loro diagnosticata l’infezione da HIV.
“ATN 110 ha il merito di aver avvicinato alla PrEP dei giovani MSM che sarebbero eleggibili al trattamento”, ha commentato uno degli autori, la dott.ssa Sybil Hosek.
“Il tasso di incidenza dell’HIV è stato elevato in confronto a quello riscontrato in altri studi aperti, ma – dato l’alto numero di infezioni sessualmente trasmesse incidenti – probabilmente sarebbe stato ancora più elevato se non fosse stata assunta la PrEP.”
“Si tratta di giovani che raramente hanno un’assicurazione medica o si rivolgono ai servizi sanitari. Sono necessarie ulteriori ricerche sulle convinzioni relative alla salute dei partecipanti e sul loro livello di fiducia nella PrEP per capire come promuoverne l’uso.”
Link collegati
L’articolo Studi dimostrativi sulla PrEP è uno degli articoli di Poloinformativo HIV AIDS.