ISS 18 dicembre 2014
Un’indagine online (in corso) contribuirà a capire quali e quante difficoltà, in Europa, sbarrano l’accesso delle persone migranti ai servizi socio-sanitari di prevenzione dell’HIV. Uno studio di comunità, svolto nell’ambito del Progetto aMASE: advancing Migrant Access to Health Services in Europe, con la collaborazione dallo scorso giugno dell’Istituto Superiore di Sanità, in particolare, dell’Unità Operativa Ricerca psico-socio-comportamentale, Comunicazione, Formazione (UO RCF) del Dipartimento di Malattie infettive, Parassitarie ed Immunomediate, intende rilevare i fattori che impediscono ai migranti di accedere a diagnosi precoci e a cure tempestive.
Il Progetto aMASE è uno studio finanziato dalla Commissione Europea che si sviluppa all’interno di una Rete di eccellenza denominata Eurocoord, comprendente una sezione specifica focalizzata sulla salute dei migranti. aMASE è parte di questo lavoro e si compone di uno studio clinico e di uno studio di comunità.
Il coinvolgimento nello studio di comunità dell’UO RCF è motivato dal know how acquisito nell’ambito del coordinamento delle attività condotte dall’Italian National Focal Point Infectious Diseases and Migrant. Network di oltre 70 esperti appartenenti a Strutture pubbliche e a Organizzazioni non Governative, presenti in diverse regioni italiane, i quali, dal 1997, si occupano della salute delle persone migranti con specifica attenzione alle malattie infettive.
L’indagine è aperta a tutti i migranti, siano essi HIV+ o no, di età superiore a 18 anni, che vivono lontano dal loro paese. Le persone interessate a prendere parte allo studio possono accedere alla rilevazione in 14 lingue su amase
In Italia, per una maggiore disseminazione del questionario online, l’UO RCF ha coinvolto alcune Associazioni di volontariato: ARCHE’, ANLAIDS Lazio, ANLAIDS Nazionale, Opera San Francesco, Associazione Minga Africa Associazione AINA onlus bambini sieropositivi in Kenia, nonché alcune Associazioni di comunità di migranti: Med.eA (Mediare e Attivarsi) e Donne a Colori.
Il questionario è, inoltre, presente anche sul Sito uniticontrolaids.
A cosa serve
Le informazioni raccolte attraverso questo studio saranno utilizzate per aiutare i servizi dei singoli Paesi europei a pianificare e garantire che interventi di prevenzione, diagnosi e cura efficaci siano disponibili per tutte le persone presenti in Europa, indipendentemente dalla loro provenienza.
“Molte persone che vivono lontano dal loro Paese di origine sono a più alto rischio di presentare problemi di salute e sono spesso più riluttanti ad andare dal medico”, spiega Fiona Burns dell’University College di Londra, che è co-leader dello Studio a fianco della dottoressa Julia del Amo dell’Instituto de Salud Carlos III di Madrid, che coordinano ricercatori provenienti da Belgio, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Svizzera.
I risultati dell’indagine, inoltre, potranno fornire un contributo per identificare e comprendere le reali proporzioni di alcuni problemi di salute che quotidianamente vengono affrontati dalle persone immigrate, in modo da sviluppare strategie efficaci per affrontare queste situazioni.
La ricerca sarà, infine, utilizzata per identificare le aree di rischio e le barriere che impediscono alle persone straniere di accedere ai servizi di assistenza sanitaria in tempo utile per avere in tempo utile un’adeguata, reale risposta ai loro bisogni di salute.
A proposito di EuroCoord
EuroCoord è una rete di eccellenza che include alcune delle più grandi coorti HIV e collabora in Europa con CASCADE, COHERE, EuroSIDA e PENTA. Questo grande network integrato utilizza i punti di forza scientifici di ogni collaborazione per garantire che venga eseguita la migliore ricerca possibile sull’HIV. Il vantaggio principale di questa collaborazione integrata è la costituzione di una banca dati virtuale condivisa, che attualmente consente la raccolta di dati relativi ad oltre 270.000 persone HIV positive provenienti da molti contesti differenti europei e non. EuroCoord si compone di 24 partecipanti selezionati da 16 paesi per garantire la rappresentatività europea. I compiti di EuroCoord sono distinti in 15 differenti workpackages che sono tutti interconnessi tra loro e supervisionati da una workpackage scientifica. La rete è finanziata a partire dal 2011 per un periodo di 5 anni nell’ambito del 7° Programma Quadro della Commissione europea eurocoord