Nell’anticipazione del Report di Nadir Onlus sul CROI 2015, oltre agli studi su TAF Tenofovir alafenamide, troviamo altri due farmaci antiretrovirali : un inibitore d’ingresso e un inibitore della maturazione.
BMS-663068 è un inibitore d’attacco (detto anche ‘d’ingresso’) che si lega alla proteina di HIV-1 gp-120. Thompson M (#545) ha mostrato i risultati di uno studio di fase IIb in 254 pazienti pre-trattati: il nuovo farmaco è stato confrontato con atazanavir/r e, a vari dosaggi e somministrazioni (400 mg BID, 800 mg BID, 600 mg QD e 1200 mg QD), si è mostrato a 48 settimane capace di ridurre la carica virale plasmatica con valori dal 61% all’82%, del tutto confrontabili con i pazienti del gruppo contenente ATV/r (71%). Altri studi sulla stessa molecola hanno valutato la problematica delle interazioni farmacologiche con DRV/r e/o etravirina, escludendo eventuali aggiustamenti di dosaggio. Il farmaco, anche a detta dell’azienda stessa, si profila come candidato per pazienti con resistenze a varie classi.
BMS-955176 è un inibitore della maturazione di seconda generazione – ‘seconda’ da intendersi rispetto ai tentativi passati dell’azienda Panacos con il bevirimat, il cui sviluppo è stato interrotto nel 2010 soprattutto per problemi di formulazione – che ha dimostrato un buon profilo di sicurezza e una potenza elevata. Gli studi preliminari avevano dimostrato che la molecola si lega in modo efficiente alla poliproteina Gag, ha una più alta potenza rispetto al bevirimat e rimane attivo contro una varietà di polimorfismi di Gag. Inoltre, sembrava possibile un dosaggio QD. Nello studio ora presentato da C Hwang (114LB) su 60 pazienti naïve con sottotipo B, la molecola – somministrata per 10 giorni in monoterapia e a diversi dosaggi (5, 10, 20, 40, 80, or 120 mg) – ha generato una diminuzione della carica virale in un intervallo compreso tra 0.50 e 1.70 log cp/mL, individuando in 40 mg il dosaggio migliore.
NUOVI FARMACI CONTRO L’HCV NEI PAZIENTI CON HIV
Le coppie di medicinali sofosbuvir/ledipasvir (Harvoni®) e sofosbuvir (Sovaldi®) + daclatasvir (Daklinza®), somministrati per 12 settimane, senza interferone e senza ribavirina, hanno curato l’epatite C in oltre il 95% dei pazienti coinfetti HIV/HCV, confermando i tassi di risposta dei pazienti monoinfetti con HCV. Si ricorda che la progressione della malattia epatica nei pazienti coinfetti HIV/HCV è più rapida rispetto ai pazienti con sola infezione da HCV. La differenza tra le due coppie di farmaci sta nell’attività contro vari genotipi: mentre SOF/LED è principalmente attivo contro il genotipo 1, SOF+DAC è invece definibile “pan-genotipico”. Gilead sta, infatti, sviluppando il GS-5816, nuovo inibitore dell’NS5A che conferirà alla futura coppia SOF/GS-5816 la caratteristica della pan-genotipicità.
- Naggie S (152LB) ha mostrato i risultati dello studio ION-4, di fase III, che ha valutato la sicurezza e l’efficacia di sofosbuvir 400 mg (inibitore della polimerasi NS5B) co-formulato a ledipasvir 90 mg (inibitore dell’NS5A) in 355 partecipanti – compreso pazienti in precedenza non rispondenti e persone con cirrosi – la maggior parte con genotipo 1 (1a: 75%; 1b: 23%; 4: 2%). La SVR 12 (risposta virologica a 12 settimane dalla fine del trattamento) è stata di circa il 96% in tutte le tipologie di pazienti. Da notare che il 20% dei pazienti presentava resistenze all’NS5A al basale: in questo sottogruppo la risposta è stata del 94%. Nessuna resistenza all’NS5B è stata riscontrata all’arruolamento. Nessun problema di tollerabilità rilevato.
- Wyles D (151LB) ha mostrato i risultati dello studio ALLY-2 che ha valutato la sicurezza e l’efficacia di sofosbuvir 400 mg associato a daclatasvir (inibitore dell’NS5A) della Bristol-Myers Squibb in pazienti naïve e pre-trattati coinfetti HIV/HCV con vari genotipi da 1 a 4, farmaci somministrati per 8-12 settimane. I dosaggi di daclatasvir (standard 60 mg) sono stati cambiati a 30 mg (quando associato a regimi anti-HIV contenti NNRTI) e a 90 mg in caso di regimi con IP/r. La SVR 12 è stata del 96% in pazienti naïve e del 98% in pazienti pre-trattati. Il tasso di risposta nei pazienti cirrotici è stato minore.
La tripletta 3D di Abbvie – ombitasvir/paritaprevir/r (Viekirax®), ossia una compressa contenente un inibitore dell’NS5A/un inibitore delle proteasi NS3/4A potenziato con ritonavir + dasabuvir (Exviera®), un inibitore dell’NS5B polimerasi a somministrazione BID + RBV – ha mostrato in una analisi specifica (Wyles D, #147) elevate percentuali di SVR 12, indipendentemente da quando inizia la soppressione virologica di HCV RNA una volta somministrato il regime. Inoltre, più alta era al basale l’HCV RNA, più tempo era necessario per raggiungere la soppressione virale, ma questo dato non è andato ad inficiare le percentuali finali di SVR 12. In particolare, il 92% dei soggetti coinfetti dello studio TURQUOISE-I trattato con 3D+RBV ha raggiunto la soppressione di HCV RNA alla settimana 2, il 100% alla settimana 4. Nessun predittore negativo tradizionale ha influenzato il tempo per il raggiungimento della negativizzazione.
Fonte: Newsletter Nadir