Riportiamo l’editoriale di Bruno Marchini da Anlaids ByMail di marzo che tratta l’ormai tristemente noto e inossidabile argomento STIGMA legato all’HIV.
Poche righe che riassumono quanto sia difficile sradicare un pregiudizio nonostante i comunicati e le campagne degli attivisti in ogni campo: discriminazioni sul lavoro, nella società, in sanità, nello sport, a scuola. Nella speranza di un futuro possibile, senza stigma.
Un futuro senza stigma anti-AIDS
Pochi giorni fa Anlaids è stata nelle piazze italiane con la campagna Un bonsai per Anlaids: un momento importante che si rinnova ogni anno e che quest’anno ha assunto una dimensione più contemporanea grazie ai testimonial di forte presa. I ricavi bonsai sostengono l’associazione nella lotta alla diffusione dell’Infezione da HIV e con essi contribuiamo al sogno di un futuro libero dall’AIDS. Perciò è doveroso ringraziare chi ci ha sostenuto e i volontari che hanno permesso l’iniziativa.
Un futuro senza l’AIDS significa anche un futuro dove il nome di questa malattia non sia più usato come termine di offesa: a Perugia “Terni=AIDS” e “Trans=AIDS” campeggiano nei graffiti su alcune pareti cittadine. Perché per offendere la squadra sportiva rivale o l’identità sessuale trans è utilizzato il termine AIDS? Perché per sfottere sportivamente o insultare, se proprio necessario, non utilizziamo altri termini presi nell’ambito della salute? Che ne so: Juve=Glaucoma o Milan=Diabete per essere particolarmente offensivi! O i carinissimi Etero=Psoriasi o Scandinavi=Vitiligine, per forzare gli esempi! Come mai non si utilizzano termini legati ad infezioni affini per fattore di rischio di trasmissione, per offendere l’altro, come Epatite C o B?
“I sieropositivi”. Anche questo termine che dovrebbe semplicemente indicare tutte le persone che sottoposte a test anticorpale risultano avere contratto l’HIV viene usato per ridurre alla sola infezione il valore umano complesso degli uomini e delle donne che con quella convivono. Lo stigma è ancora forte del retaggio legato per lo più ad alcuni comportamenti sessuali delle persone che, nella cultura cattolica più bigotta di alcuni dei protagonisti dei millenni oscurantisti, ma forse da molto tempo presente nelle tribù umane, sono stati a lungo condannati con pene insopportabili. Sperma e sangue rappresentano ancora un tabù linguistico, che evoca la vita ancestralmente caratterizzata dalla ciclicità. È questa dura immagine della Vita, il suo senso a termine ciclico che è stato drammaticamente vissuto da intere comunità già socialmente vulnerabili ad aver marcato negativamente l’AIDS e meno le altre MST.
Sarà un mondo futuro più sano e più libero quello in cui l’AIDS non sarà più considerato un termine usato per offendere. Questa ignoranza scurrile sarà istruita dei successi della cura e dell’eradicazione del virus. Ho certo fiducia nelle nuove generazioni perché potranno godere di buona affettività e felice sessualità senza paranoie fobiche e nel rispetto reciproco, “coperti” per difendersi dall’AIDS e dalle altre MST. E la passione e l’impegno di tutta Anlaids avranno contribuito, in modo determinante in Italia, alla normalizzazione dell’argomento.
Un caro abbraccio
Bruno Marchini
Fonte. Anlaids
L’articolo Un futuro senza stigma è uno degli articoli di Poloinformativo HIV AIDS.