L'epatite A è causata dal virus HAV, virus a RNA (della famiglia Picornaviridae) che viene eliminato con le feci dei pazienti infetti. La trasmissione avviene attraverso l’ingestione di acqua ed alimenti contaminati da feci infette. L’epatite A è un’infezione cosmopolita, presente sia nei paesi sviluppati che in via di sviluppo. Nei paesi in via di sviluppo raggiunge caratteristiche di endemia per le precarie condizioni igieniche. La trasmissione può avvenire più raramente a seguito di emotrasfusioni oppure per pratiche omosessuali.

Epidemiologia: HAV è un virus cosmopolita che causa circa 1,5 milioni di casi sintomatici all’anno nel mondo. Il mondo può essere suddiviso in zone a bassa prevalenza (circa il 15% della popolazione) ad area ad elevata prevalenza (40-70% della popolazione). Nelle zone ad elevata prevalenza, la maggior parte delle infezioni avvengono durante l’infanzia e decorrono in maniera silente o paucisintomatica.

Trasmissione: il virus dell’epatite A viene eliminato con le feci durante l’ultimo periodo di incubazione(circa 2 settimane prima dell’inizio dei sintomi) e durante la fase acuta (fino alla comparsa dell’ittero). L’infezione avviene attraverso l’ingestione di alimenti contaminati (soprattutto molluschi crudi o poco cotti, frutta e verdura non lavate) e dall’acqua contaminata. Per chi si reca in paesi a rischio endemico si consiglia particolare attenzione al ghiaccio e agli alimenti per cui viene utilizzata acqua (gelati, succhi).

Clinica: L’infezione da virus HAV dà origine nella grande maggioranza dei casi ad un’infezione sintomatica. Il 75-95% della popolazione adulta vs il 4-16% dei bambini presentano un quadro sintomatico.

Incubazione: 15-50 giorni

Periodo preitterico: da alcuni giorni (3-4 gg) ad alcune settimane (2-3 settimane), caratterizzato da sintomi vaghi (astenia, malessere generale, senso di peso a livello epatico, nausea e vomito).

Periodo itterico: caratterizzato da ittero sclerocutaneo di durata variabile, accompagnato da feci chiare ed urine scure.

Convalescenza: nella maggior parte dei casi al termine della fase acuta possono permanere sintomi vaghi (astenia e malessere generale). In una percentuale minore dei casi, si può avere una seconda fase acuta (epatite A bifasica).

Diagnosi: Gli esami ematochimici eseguiti durante la fase itterica mostrano un’alterazione degli indici di citolisi epatica (ALT>AST) e un’iperbilirubinemia mista (con prevalenza della bilirubina diretta). In alcuni casi il quadro clinico può assumere caratteristiche che ricordano l’ittero ostruttivo, con notevole aumento degli indici di colestasi, rispetto agli indici di citolisi epatica che risultano meno alterati. Per la diagnosi è essenziale eseguire l’esame sierologico per HAV (ricerca anticorpi IgM e IgG). Gli anticorpi IgM sono presenti già all’esordio della malattia e persistono per alcune settimane/mesi. Gli anticorpi IgG sono già presenti nella fase acuta e persistono probabilmente per tutta la vita.

Prognosi: L’epatite A è nella maggior parte dei casi un’infezione autolimitantesi. In rari casi (0,01-0,03%) può svilupparsi una forma fulminante caratterizzata da necrosi epatica massiva. La complicanza è nella maggior parte dei casi mortale e l’unica possibilità terapeutica è il trapianto epatico.

Terapia: L’epatite A non richiede terapie farmacologiche particolari. Essenziale è il riposo, un regime alimentare povero di grassi e idratazione ev. Nel caso delle forme fulminanti il paziente deve essere monitorato strettamente. Devono essere messe in atto misure di sostegno e il paziente deve essere trasferito con urgenza in un centro trapiantologico.

Prevenzione: I viaggiatori che si recano o coloro che lavorano in paesi endemici devono essere vaccinati o ricevere le immunoglobuline. Il vaccino antiHAV è consigliato inoltre a coloro che abbiano un elevato rischio occupazionale (coloro che lavorono in laboratori di microbiologia o di ricerca), un elevato rischio legato allo stile di vita (adolescenti o adulti omosessuali) ed infine a pazienti con epatopatie croniche per l’aumentato rischio di epatite fulminante.

Sono disponibili attualmente 4 vaccini inattivati che prevedono due somministrazioni im (a distanza di 6-18 mesi). La prima somministrazione andrebbe effettuata almeno 2-4 settimane prima della partenza per garantire un’adeguata protezione. L’efficacia (circa 87-100%) e gli effetti collaterali sono simili nelle varie formulazioni. Nessun vaccino è utilizzabile nei bambini con età inferiore a 1 anno.

Le immunoglobuline (Ig) sono indicate in coloro che abbiano controindicazioni all’utilizzo del vaccino (pazienti allergici a componenti presenti nel vaccino) oppure nei bambini con età < 1 anno. Il dosaggio delle Ig dipende dalla durata del viaggio nel paese endemico.

 

Fonte: www.insiemecontrolepatite.com/it/