Un questionario per gli odontoiatri

Persone con patologie infettive, tra  le quali  l’HIV, si sentono spesso discriminate nell’accesso alle cure odontoiatriche ed è proprio dalle numerose segnalazioni pervenute al Telefono Verde AIDS e IST – 800.861.061 – che l’Unità Operativa Ricerca psico-socio-comportamentale, Comunicazione, Formazione dell’Istituto Superiore di Sanità si è attivata per la costituzione di un Tavolo di Lavoro.L’obiettivo è quello di rilevare le problematiche sollevate dagli utenti e sviluppare una rete nazionale di servizi odontoiatrici pubblici sensibile ed aperta ai bisogni di tutti. A tal fine i partecipanti al Tavolo di Lavoro, odontoiatri provenienti da diverse Regioni, esperti di salute pubblica del Ministero della Salute e ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, hanno proceduto all’elaborazione di un “Questionario per la rilevazione dei bisogni formativi e delle prassi operative degli operatori sanitari impegnati nei Servizi odontoiatrici, con riferimento alla cura della persona con patologia infettiva”. Il documento, finalizzato a individuare le esigenze formative e a testare il livello di consapevolezza dell’équipe odontoiatrica sulla corretta gestione del paziente con patologia infettiva, è divulgato in differenti aree geografiche italiane e scaricabile al link. In base ai risultati della rilevazione, sarà possibile elaborare una proposta formativa che consentirà, nel tempo, di strutturare un ampio network di professionisti operanti in strutture pubbliche, adeguatamente formati e pronti ad accogliere e curare persone che ad oggi si trovano ancora, troppo spesso, ad essere respinte o a dover subire ingiustificate discriminazioni e violazioni della riservatezza dei propri dati personali. Si è ritenuto  opportuno informare dell’avvio dell’indagine tutti gli Assessorati alla salute delle Regioni e delle Province Autonome. Gli […]

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Ma perché gli italiani non fanno il test Hiv?

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Ogni anno 4 mila persone ricevono una diagnosi di Hiv. Ma almeno 25 mila hanno contratto l’infezione e non lo sanno contribuendo così ad alimentare la diffusione del virus. Ma cos’è che frena gli italiani dal sottoporsi a un esame così semplice? Da circa dieci anni, in Italia non varia il numero delle nuove diagnosi di Hiv: ogni anno sono circa 4.000. Nel 2013, per l’esattezza, a 3.806 persone è stata diagnosticata l’infezione. Oltre la metà dei casi segnalati era già in fase avanzata di malattia. Il 57,6% aveva cioè un numero di linfociti CD4 (le cellule del sistema immunitario che il virus aggredisce) inferiore a 350 cell/μL: dato che indica che il virus ha già prodotto danni consistenti al sistema immunitario. Malati fino ad allora inconsapevoli. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità sono circa 120.000 le persone che nel nostro Paese convivono con l’Hiv, ma circa il 20% non lo sa. E così non solo possono trasmettere l’infezione ai partner attraverso rapporti non protetti (l’83,9% di tutte le nuove diagnosi è attribuibile a rapporti sessuali non protetti), ma compromettono il proprio stato di salute. La diagnosi precoce, infatti, è fondamentale perché oggi l’infezione da Hiv/Aids si può trattare, ma prima si comincia la terapia farmacologica meglio è. Il ritardo della diagnosi, infatti, riduce l’efficacia dei trattamenti e aumenta la probabilità della progressione clinica dell’infezione. Un test per tutti Per questo bisognerebbe incentivare il ricorso al test dell’Hiv. Si chiama Elisa (Enzime Linked Immuno Sorbent Assay), è gratuito e rileva la presenza nel sangue […]

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Sesso sicuro: oltre al preservativo, usate la testa

Costruiamo insieme un futuro fatto di scelte consapevoli: questo l’invito di Andrea, rappresentante degli studenti del Newton di Roma e della Rete Studenti Medi di Roma. Un articolo interessante sulla sessualità tra adolescenti, dubbi, paure, bisogno di sicurezze e conferme, dove i giudizi morali fanno più male che bene. Manca l’educazione sessuale nelle scuole, quella vera che altri Paesi fanno da più di 40 anni e manca il dialogo sulla sessualità nella famiglia. Con queste basi, come possono i giovani distinguere i comportamenti a rischio da quelli che non lo sono, come possono sapere cos’è il sesso sicuro o come si usa un preservativo? Leggi l’articolo cliccando qui

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Plus Onlus: S.Valentine Testing Week

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La Testing Week della settimana di S. Valentino: – si terrà presso la sede del MIT in via Polese, 22 a Bologna nelle giornate: 14, 15, 16, 18 e 19 febbraio dalle 18 alle 22. – Il test per HIV si effettua su una goccia di sangue. – E’ anonimo, rapido, sicuro. – Il periodo finestra è di 3 mesi. – Non ci sono restrizioni alimentari. – Anche se non te la senti di fare il test, ma vuoi informazioni o semplicemente hai voglia di parlare con qualcuno di HIV, siamo a tua disposizione. – La linea positiva 800.586992 sarà attiva dalle 18 alle 22 per tutta la durata della testing week – La Testing Week è stata resa possibile grazie al lavoro dei volontari di Plus e alle sinergie che abbiamo creato con gli operatori dell’Azienda Sanitaria di Bologna, il Mit che ci ospita, la fondazione AHF, il circolo RED. per informazioni: info@plus-onlus.it Fonte: PLUS Onlus

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Ricerca sociale di NPS Italia Onlus

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  Due questionari proposti da NPS Italia onlus, da sempre impegnata nell’ambito della ricerca sociale su tematiche relative all’HIV/AIDS, su temi quanto mai attuali:     Questionario 1: Analisi sulla qualità del processo di cambiamento di terapia dal farmaco branded al generico Il questionario si pone il fine di indagare la percezione da parte delle persone con Hiv rispetto a quanto ormai sta avvenendo di fatto in materia di trattamenti con l’avvento del generico in Hiv e di come tutto questo in Italia venga affrontato da parte dei sanitari. Fine ultimo è capire se la qualità della vita del paziente in questo particolare campo sia “familiare” alla persona con Hiv e se sia tenuta in debita considerazione da parte dei sanitari. Consigliamo anche a chi non assume ancora il generico di fornirci comunque la sua opinione. Vai al questionario Questionario 2: Analisi dell’incidenza della soglia di povertà sulla capacità di cura delle persone con HIV Il questionario si pone il fine di indagare quanto le mutate condizioni economiche stiano condizionando la vita anche delle persone con Hiv e quanto questo incida sulla qualità di cura lungo tutta la vita accompagnando la persona in tutte le sue fasi. Fine ultimo è quello di poter meglio rispondere alle esigenze delle persone con Hiv rappresentandone i bisogni reali con i giusti interlocutori. Vai al questionario NPS Italia onlus invita tutte le persone con Hiv/Aids a rispondere a queste poche domande nel rispetto più totale della privacy del paziente e nel suo stesso interesse di diritto all’informazione. Fonte: NPS […]

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Può un dispositivo per smartphone a $ 34 migliorare la diagnosi HIV in Africa?

Un dispositivo $ 34 che si collega al jack audio di uno smartphone è quasi efficace quanto il più costoso test diagnostico del sangue per individuare gli anticorpi HIV e la sifilide. Lo dicono i ricercatori statunitensi in uno studio pilota in Africa.   Il laboratorio mobile, noto come un dongle, è costato $ 34 , rispetto ai più di 18 mila che servono per l’apparecchiatura diagnostica gold standard. In uno studio pilota, il dispositivo esegue tutte le funzioni meccaniche, ottiche ed elettroniche di un esame del sangue in laboratorio in 15 minuti, utilizzando solo potenza assorbita dal smartphone. E ‘stato sviluppato da un team guidato da Samuel Sia, professore associato presso il Dipartimento di Ingegneria Biomedica alla Columbia University di New York. Per provare la sua efficacia, gli operatori sanitari in Ruanda hanno utilizzato lo strumento per fare esami del sangue, tramite la puntura del dito, su 96 pazienti, incluse donne in gravidanza. Il team ha confrontato i risultati con il test standard immunoenzimatico o test ELISA, e ha trovato risultati quasi più accurati. Il test ha una sensibilità dal 92 al 100 %. “Il nostro lavoro mostra che la qualità di un laboratorio immunologico si può ottenere in un accessorio smartphone“, ha dichiarato Sia in un comunicato. I ricercatori stimano che riguardo la sifilide, un test anche solo con sensibilità dal 70 al 80 per cento potrebbe ridurre i morti di dieci volte rispetto ad un test di laboratorio accurato, perché quello ‘portatile’ è più accessibile e aumenta la facilità  della diagnosi. Lo studio è […]

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Scoperta causa disturbi neurocognitivi associati al virus

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Scoperto il meccanismo alla base dell’insorgenza dei Disturbi neurocognitivi associati all’Hiv (Hand), un problema che causa disorientamento cognitivo, lieve o grave, nelle persone affette dall’Hiv. Un gruppo di ricercatori della San Diego School of Medicine della University of California ha fatto luce su un problema tanto insidioso quanto sottovalutato e ha trovato una possibile via per combatterlo. Mentre infatti le terapie antiretrovirali sono riuscite a migliorare la vita delle persone sieropositive, poco o nulla e’ stato fatto contro l’Hand. I risultati del nuovo studio, pubblicati sul Journal of Neuroscience, aprono la strada allo sviluppo di nuove terapie per bloccare o ridurre il declino cognitivo a causa di Hand. I ricercatori hanno concentrato l’attenzione sul ruolo della proteina Tat nell’Hiv nel processo di “smaltimento” nei neuroni, chiamato autofagia. “I neuroni producono un sacco di proteine come parte delle loro funzioni normali – ha spiegato Eliezer Masliah, che ha coordinato lo studio – e alcune di esse sono danneggiate e hanno bisogno di essere eliminate. L’autofagia agisce come un tritarifiuti e rimuove e distrugge le proteine danneggiate”. I ricercatori hanno pero’ scoperto che nei pazienti con l’Hiv la proteina Tat “dirotta” il processo di smaltimento, interrompendolo e quindi causando l’accumulo di proteine danneggiate e la morte dei neuroni. I ricercatori sono riusciti a promuovere l’autofagia utilizzando la rapamicina, un farmaco anti-cancro, su test condotti sui topi. Gli esperimenti hanno prodotto risultati positivi. “Abbiamo scoperto che la rapamicina ha ridotto l’incidenza della neurodegenerazione nei topi e nei modelli cellulari”, hanno concluso i ricercatori. FONTE: agi.it

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See us : ogni donna ha diritto a un’assistenza di qualità

        See us è una campagna globale di sensibilizzazione incentrata su come aiutare le donne che vivono con l’HIV ad affrontare le varie sfide. La campagna si propone di contribuire ad abbattere le barriere, migliorare l’assistenza e il sostegno, e, in ultima analisi, incoraggiare le donne che vivono con l’HIV a creare una comunità coesa e sostenere le proprie esigenze attraverso il miglioramento del dialogo con gli operatori sanitari. E’ una collaborazione tra l’ International Association of Providers of AIDS Care (IAPAC) e un comitato direttivo di esperti che comprende donne che vivono con HIV, il  National AIDS Manual (NAM) e la comunità medica in Argentina, Canada, Italia, Nigeria, Polonia, Romania, Russia, Regno Unito e Stati Uniti. See us è stato reso possibile grazie al contributo fornito da AbbVie. La campagna mette a disposizione un sito web dal quale sono scaricabili strumenti utili in 7 lingue(italiano compreso). Le donne che vivono con l’HIV hanno esigenze specifiche e la loro cura interesserà tutte le fasi della vita. E ‘estremamente importante quindi che il trattamento sia adeguato alle esigenze individuali. A volte, alcune considerazioni importanti per le donne che vivono con l’HIV possono  essere trascurate – fasi della vita (adolescenza, età fertile, menopausa e oltre ), altre condizioni mediche e patologie,  supporto emotivo e sostegno sociale. Perchè ogni donna ha il diritto a cure di qualità

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La persona con dipendenza patologica da lungo tempo

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Il Sert di Cesena dell’Azienda USL della Romagna, organizza tre seminari relativi a tre aspetti particolari del problema dipendenze. I seminari si svolgeranno nelle date del 29 gennaio, 12 e 26 febbraio e tratteranno rispettivamente di: “Bisogni ed aspettative della persona con dipendenza patologica da lungo tempo (old users). Quali risposte“; “Comorbilità psichiatriche ed abuso di sostanze”; “Gestione correlata ospedale – territorio dell’acuzie alcol correlate”. Il primo di questi seminari che si è svolto alcuni giorni fa, riguarda da vicino le persone con dipendenza patologica e con infezione da HIV e/o HCV. Il Sert di Cesena ha in carico 126 persone ‘old users'(più di 20 anni di tossicodipendenza) dei quali 102 con HCV e 15 con Hiv. Per poter seguire meglio questi pazienti è necessario capirne i bisogni e le possibilità di inserimento sociale. Il 39% di queste persone non ha fissa dimora, il 42% vive ancora con i genitori e i restanti vivono  soli. Il 33 per cento è disoccupato. Secondo il vice-presidente del Gruppo Abele Leopoldo Grosso, tra i relatori del seminario, è proprio la perdita di autonomia a favorire la conflittualità nei rapporti familiari che talvolta porta a conseguenze legali e penali di rilievo. Tra gli interventi suggeriti dal Dirigente dei Servizi Sociali, c’è l’inserimento in strutture residenziali protette come primo passo di un percorso più ampio verso il riscatto sociale, l’opportunità di fare e mantenere vicinanza relazionale tramite le unità di strada (circa 60 sono gli attuali operatori) e il dormitorio pubblico che continua ad essere un importante riferimento. Inoltre si […]

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Salute e migrazione: nuovi scenari internazionali e nazionali

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      Il 17 febbraio si svolgerà il XIII Convegno dell’Italian National Focal Point – Infectious Diseases and Migrant, Network nazionale di esperti sulla salute delle popolazioni migranti, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. L’evento focalizzerà l’attenzione su “ Salute e migrazione : nuovi scenari internazionali e nazionali” e sarà strutturato in due parti: la sessione della mattina affronterà il tema dell’influenza della crisi economica nel processo di tutela della salute della popolazione migrante, la sessione pomeridiana focalizzerà l’attenzione sulle malattie emergenti e riemergenti, l’impatto delle quali risulta più critico nel caso di fasce di popolazione fragili, come ad esempio i migranti. Gli organizzatori del Convegno, intendono aprire un dibattito tra la stretta interazione degli aspetti economici, politici e socio-culturali e la necessità di garantire a tutti gli individui il diritto alla salute, in un momento storico nel quale agenti patogeni nuovi, o che si pensava fossero stati sconfitti minacciano la salute del singolo e della comunità di appartenenza. Fonte: Uniticontrolaids – ISS

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